Commissione ISA – Prima esecuzione assoluta
La capacità ancestrale che gli antichi possedevano di orientarsi nel tempo era la stessa presente anche in animali e piante: il canto e il volo degli uccelli o la vita ciclica di fiori e piante oltre a trasformarsi in puntuali calendari stagionali indicavano l’ora del giorno e della notte.
Anche i fiori disegnati dal punto di vista sonoro, da Georg Muffat ad esempio, ci portano a superare il tempo fisico, quello che banalmente possiamo misurare con l’orologio, per andare verso le aporie del tempo musicale: gli orologi di Jean Francaix o di Linneo, sono orologi che camminano seguendo una cadenza molto imprecisa, quella dell’apertura delle corolle dei fiori.
Gli orologi astronomici possono includere il tempo siderale e i nodi lunari con meccanismi tanto affascinanti quanti complessi.
Così Esichio (grammatico greco) per descrivere la percezione dello scorrere del tempo attraverso l’osservazione delle ombre.
Da queste magnifiche definizioni e creazioni dell’uomo, Legere flores confronta visioni sonore lontane nello spazio, costruite su presenze impalpabili sempre sul punto di svanire.
Un processo che è un “legere=scegliere” e, allo stesso tempo, un “colligere=comporre”.
La musica lascia che ogni traccia luminosa sia fatta di rapide vibrazioni in grado di trasmutare l’immagine tra sensazioni volatili e passaggi visionari, sempre in attesa di ciò che deve ancora accadere, cercando di svelare ciò che sta nascosto nella sua stessa essenza, dilatando i suoi confini oltre ogni apparente orizzonte.